No. 1 - Autumn 1993

  1. REFLEXIONS SUR LES PROCÉDURES DE TRANSFERT DE LA MARMOTTE ALPINE.
    R. Ramousse, & M. Le Berre

  2. MÉTHODES DE CAPTURE DES MARMOTTES ALPINES (Marmota marmota, L. 1758).
    M. Le Berre, R. Ramousse & R. Papet

  3. METHODS OF CAPTURING AND MARKING ALPINE MARMOTS.
    B. Bassano, G. Eri, E. Macchi, A. Perrone & M. Tarantola

  4. CAPTURE AND IDENTIFICATION TECHNIQUES OF MARMOT ON MOUNT CIMONE.
    L. Sala, C. Sola , A. Spampanato, P. Tongiorgi & M. Magnanini

  5. ALPINE MARMOT (Marmota marmota, L.)
    C.S. Mann, E. Macchi & G. Janeau

  6. VERTEBRAL OSTEOMYELITIS WITH MEDULLARY COMPRESSION IN CHAMOIS
    B. Bassano, V. Peracino, D. Bossi, C. Schröder, F. Guarda & A. Perrone

  7. GENERALISED AMYLOIDOSIS IN A BEECH MARTEN (Martes foina)
    E. Bollo, W. Mignone, E. Ferrero, A. Donn, M. Poggi & B. Biolatti
 
 
 

 

 

REFLEXIONS SUR LES PROCÉDURES DE TRANSFERT DE LA MARMOTTE ALPINE.
R. Ramousse, & M. Le Berre

Riassunto - Viene delineato un breve quadro delle operazioni di reintroduzione di Marmotta effettuate in Europa.
Negli anni 1973-74 marmotte provenienti dalla Vanoise sono state reintrodotte nei Carpazi rumeni.
Viene esposto il programma di una nuova reintroduzione di marmotte (seguita fino dai suoi primi passi), effettuata nelle prealpi della Drône. I principali problemi legati alla reintroduzione di marmotte sono l’assenza di controllo scientifico e la mancanza di un esame dei costi reali di tali operazioni.

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MÉTHODES DE CAPTURE DES MARMOTTES ALPINES (Marmota marmota, L. 1758).
M. Le Berre, R. Ramousse & R. Papet

Riassunto - Sono stati comparati 4 diversi sistemi di cattura di Marmotta dal punto di vista tecnico, economico ed etico. Da queste indagini emergono, come particolarmente interessanti, le gabbie a uno o due ingressi (stress ridotto e traumatismi rari). Le tagliole, al contrario, se pur modificate e malgrado la loro grande efficacia, devono essere fortemente sconsigliate sia dal punto di vista etico (traumatismi assai rilevanti), sia da quello scientifico (cattura-ricattura occasionale). I lacci alla tana si sono rivelati molto interessanti sia sul piano etico che su quello economico; il loro impiego è, tuttavia, assai delicato.

 

 

METHODS OF CAPTURING AND MARKING ALPINE MARMOTS.
B. Bassano, G. Eri, E. Macchi, A. Perrone & M. Tarantola

Riassunto - In una colonia di marmotte (Marmota marmota, L.), situata all’interno del Parco Naturale Orsiera-Rocciavrè, Alpi occidentali italiane, sono state effettuate 15 catture a scopo di marcatura, con l’uso di due diversi tipi di laccio, sistemati sull’apertura di tana: lacci ordinari e lacci a scatto. Questi ultimi sono dotati di filo di inciampo e di elastico, che facilita e rende più efficace la chiusura del cavo. L’efficacia dei due sistemi viene confrontata sia in termini di frequenza di cattura (numero di catture per giorno e per numero di lacci impiegati), che in quelli di probabilità cattura. I migliori risultati si sono ottenuti con i lacci a scatto, che consentono frequenze di cattura tra le più alte rilevate in bibliografia, senza rischio di traumatismi e senza distinzione di sesso e di età. Si sono registrate anche due ricatture.
Tra i sistemi di marcatura utilizzati (collari elastici colorati, marchi auricolari metallici, pastelli colorati per uso zootecnico) viene sottolineata la validità dei collari elastici, sia per quanto riguarda il riconoscimento a distanza dei soggetti, sia per la loro persistenza.

 

 

CAPTURE AND IDENTIFICATION TECHNIQUES OF MARMOT ON MOUNT CIMONE.
L. Sala, C. Sola , A. Spampanato, P. Tongiorgi & M. Magnanini

Riassunto - Vengono illustrati i metodi di cattura e di identificazione individuale utilizzati nell’ambito di una ricerca pluriennale sulla eco-etologia della popolazione di Marmota marmota dell’Appennino tosco-emiliano. Come metodi di cattura sono state utilizzate trappole e lacci alla tana. Questi ultimi sono risultati essere più semplici da usare ed efficaci. Per il riconoscimento individuale delle marmotte si sono utilizzati: clips auricolari di plastica colorata, clips metalliche numerate, colorazione del pelo con tinture per capelli, depigmentazione del pelo tramite esposizione a basse temperature e tatuaggi ad inchiostro.
Nessun singolo tipo di marcatura ha permesso il riconoscimento a distanza degli individui per più di una stagione di attività, operazione resa possibile dall’utilizzo in contemporanea di diversi sistemi di identificazione. Le clips auricolari di plastica colorata risultano invece il metodo più efficace di riconoscimento a distanza per una stagione di attività.

 

 

ALPINE MARMOT (Marmota marmota, L.).
C.S. Mann, E. Macchi & G. Janeau

 

 

VERTEBRAL OSTEOMYELITIS WITH MEDULLARY COMPRESSION IN CHAMOIS.
B. Bassano, V. Peracino, D. Bossi, C. Schröder, F. Guarda & A. Perrone

Riassunto - Vengono presentati due casi di osteomielite vertebrale con compressione midollare in camosci provenienti dalla provincia di Vercelli (Arco alpino occidentale italiano). Entrambi i soggetti, dal punto di vista clinico, presentavano paraplegia agli arti posteriori, che ne ha consentito la cattura a mano. I soggetti si sono rivelati affetti da Pseudo-tubercolosi (Corynebacterium pseudotubercolosis): la diagnosi eziologica è stata possibile sia per i rilievi anatomo-patologici, sia per il risultato dell’esame batteriologico. I casi descritti appaiono di una certa rilevanza in quanto, mentre l’infezione pseudo-tubercolare è piuttosto frequente non solo negli ovini e nei caprini ma anche nei ruminanti selvatici, la localizazione dell’agente patogeno al tessuto osseo si può considerare del tutto eccezionale.

 

GENERALISED AMYLOIDOSIS IN A BEECH MARTEN (Martes foina).
E. Bollo, W. Mignone, E. Ferrero, A. Donn, M. Poggi & B. Biolatti

Riassunto
- Vengono presentati due casi di osteomielite vertebrale con compressione midollare in camosci provenienti dalla provincia di Vercelli (Arco alpino occidentale italiano). Entrambi i soggetti, dal punto di vista clinico, presentavano paraplegia agli arti posteriori, che ne ha consentito la cattura a mano. I soggetti si sono rivelati affetti da Pseudo-tubercolosi (Corynebacterium pseudotubercolosis): la diagnosi eziologica è stata possibile sia per i rilievi anatomo-patologici, sia per il risultato dell’esame batteriologico. I casi descritti appaiono di una certa rilevanza in quanto, mentre l’infezione pseudo-tubercolare è piuttosto frequente non solo negli ovini e nei caprini ma anche nei ruminanti selvatici, la localizazione dell’agente patogeno al tessuto osseo si può considerare del tutto eccezionale.